La Brigata mista fu mantenuta per circa 30 anni poi sostituita dal Battaglione Real Navi che si coprì di glorie prendendo parte alla 1^ Guerra d’Indipendenza, combattendo sia a bordo delle navi sia a terra e distinguendosi a Novara, Goito, Pastrengo, Peschiera. Nel 1815 il Battaglione Real Navi fu sciolto. L’intervallo fu breve e nel 1861, per i buoni auspici di Cavour, fu ricostituito come Battaglione Fanteria Real Marina. I compiti assegnati furono molteplici e delicati, si videro così i fanti di Marina impegnati sia a terra, per la difesa e sorveglianza degli arsenali e di tutte le installazioni marittime, sia a bordo come compagnie da sbarco.
I reggimenti erano due, l’addestramento derivava prevalentemente da quello dei bersaglieri e di questi vestivano l’uniforme con la sola differenza delle mostrine. Durante la III Guerra d’Indipendenza parteciparono, con valore, alla Battaglia di Lissa. Il 17 luglio 1866 vide la squadra navale dell’ammiraglio Persiano muovere da Ancona, con a bordo circa 3,000 fanti di mare, per effettuare l’operazione di sbarco sull’isola di Lissa.
L’azione anfibia non fu portata a compimento a causa di fatali rinvii, nonché per la tenace difesa del presidio austriaco sull’isola e per l’arrivo in zona di operazione della flotta dell’ammiraglio Togetthoff. Nella sfortunata giornata del 20 luglio, ai fanti di Marina non rimase che riscattare con il proprio valore l’infausto epilogo della prima azione della giovane Marina dell’Italia unita.
Il coraggio di questi uomini colpì lo stesso ammiraglio austriaco, il quale nella relazione presentata al proprio governo:”… Non e` possibile non riconoscere negli Italiani un coraggio straordinario, che giungeva fino al suicidio. Allorquando la “RE D’ ITALIA” affondava, i suoi Bersaglieri di Fanteria di Marina si arrampicavano sulle alberature e tirando con le carabine sull’ammiraglia austriaca ferirono ed uccisero 80 marinai. Quelli che militavano sotto la bandiera dell’ammiraglio Persiano erano animati dal più vivo amor di Patria. ” I fanti del mare, vennero anche impiegati in occasione della sanguinosa rivolta di Palermo del 1866, la loro opera fu particolarmente impegnativa e ne fa fede l’elevato numero di caduti che ebbero fra le loro fila. Giungiamo in un calando quasi naturale e comunque progressivo al 1878, anno di soppressione della Fanteria Real Marina. Certo il provvedimento, voluto da Benedetto Brin, non fu uno dei più felici, ma il tempo avrebbe reso giustizia ai Fanti di Marina. Si creò, quasi subito, la necessità di disporre a bordo Forze da sbarco e queste furono, disorganicamente, ricostituite dalle singole navi utilizzando i marinai già facenti parti degli equipaggi.
Ovviamente questi poterono essere addestrati solo limitatamente e comunque sempre in modo da non compromettere la funzionalità di bordo. Il ruolo delle forze da sbarco divenne d’importanza seconda solo a quella del ruolo di combattimento. Ogni nave, infatti, vi vedeva una proiezione in terraferma delle proprie capacità offensive. Tali compagnie da sbarco erano articolate su tre componenti: la compagnia da sbarco, l’artiglieria da sbarco, il rinforzo al parco minatori. Esse furono impiegate nel 1879 in Tunisia e nel 1889 a Creta e agli inizi del 1900 in Cina nel corso della sanguinosa rivolta dei Boxer
. Per inciso, sotto varie denominazioni, la fanteria da sbarco e i marinai italiani, senza soluzione di continuità, saranno presenti in territorio Cinese
fino al 1943.
Dalla Cina i Fanti di Marina passarono in Libia. Dopo le azioni delle siluranti nella Baia di Prevesa ed il blocco delle coste libiche che dettero l’avvio al conflitto italo-turco del 1911-1912 a dopo il bombardamento navale dei forti di Tripoli, la Marina organizzò, con l’impiego delle compagnie da sbarco delle unità impegnate nell’operazione, un Corpo di occupazione forte di 1.605 uomini che, posto al comando del Capitano di Vascello Umberto Cagni, diede inizio alle operazioni terrestri.
Furono questi marinai che, dopo giorni di aspri combattimenti sostenuti contro i presidi turchi con impareggiabile ardimento, procedettero all’occupazione dei principali porti della Cirenaica a della Tripolitania: Tobruk si arrese il 4 ottobre, Tripoli il 5, Derna il 18, Bengasi il 20 ed Homs il 21 dello stesso mese. Il successo di queste operazioni, che costò un alto contributo di sangue, spiano la strada al Corpo di Spedizione del Regio Esercito, che poté procedere, ancora sostenuto dall’azione delle compagnie da sbarco dei marinai, all’occupazione del retroterra.
Alla Bandiera delle Forze da Sbarco della Marina venne concessa la Medaglia d’Oro al Valore Militare, in riconoscimento dell’eroismo a del sacrificio di questi prodi marinai, che seppero combattere a terra con lo stesso ardimento con cui operarono sulle navi.